Ezio Sarti, 69 anni, fondatore di Meteowind, Studi di ingegneria elettronica alla Sapienza e poi Fisica alla 2ª Università di Roma. Da 47 anni pilota di aliante, fino al 2015 pilota della squadra nazionale di volo a vela. Attualmente Meteorologo della squadra nazionale di volo a vela www.meteowind.com nel suo palmarès un titolo di Campione ranking nazionale alianti Open Class nel 2008, 2° Campionati Italiani 2009 Open Class. Nella vela un primo posto alla Roma per 2 natanti su Match 33 e un secondo posto alla 3 Golfi. Co-fondatore di Atmosoar, società per la fornitura di servizi meteo per droni; insegna meteorologia alla scuola di droni AEROVISION di Roma.
Parlaci un pò della tua carriera decennale:
“Ho sempre fatto della sicurezza un riferimento fondamentale sia nel volo silenzioso, sia nella vela. Alle prime esperienze di volo in aliante ho capito immediatamente che senza approfondite conoscenze meteorologiche, significava affidare la propria vita al caso, e la cosa non mi piaceva affatto. Così ho iniziato da subito a studiare questa meravigliosa scienza senza mai smettere ed ancora oggi continuo a studiala perché è una scienza in continua evoluzione. Ho avuto la fortuna di avere maestri di alto livello, come Plinio Rovesti, autore di tutti i più importanti libri di riferimento per i piloti di aliante. Ho avuto con lui incontri di studio dove facevo ”spugna” di tutto ciò che raccontava, e Ferro Piludu, altro grande Mestro. Ferro è stato il più grande pilota di aliante al mondo degli anni 50 e 60 e grande studioso ed esperto meteorologo.”
Parlaci del tuo progetto Meteowind:
“Ho creato così Meteowind che sponsorizzata dalla società Wing Electronic, ha iniziato a pubblicare su internet le previsioni dedicate al volo a vela. Tre anni orsono la svolta per la vela. Un incontro casuale con un campione velista. Ho avuto come allievo ad uno stage di alta performance per piloti di aliante Egidio Babbi, che si era brevettato pilota di aliante da circa tre anni. Babbi è stato due volte campione mondiale di vela in Classe A.
E’ stato lui a convincermi a portare il modello meteo di Metowind nel mondo della vela.
Il modello meteo ha avuto da subito un buon successo, e in un solo anno sono stato chiamato a collaborare con alcuni dei top team della vela, come Stig, campione del mondo 2015 classe Melges 32.”
Sono molti gli anni che ti vedono allo studio di queste applicazioni:
“Quasi 50 anni di meteorologia applicata, sempre verificata con la situazione reale; è inutile fare previsioni se poi queste non vengono quotidianamente confrontate con la cruda realtà. In questi ultimi 10 anni ho continuato ad apportare, quando possibile, piccoli o grandi aggiustamenti al modello derivanti da questo confronto. Meteowind ha i suoi server di calcolo che sono quasi sempre impostati a lavorare ad alta griglia di risoluzione.”
Come sei arrivato dagli alianti alla vela, sopratutto nelle 52 SUPER SERIES?
“Ho conosciuto Francesco Mongelli, navigatore di Bronenosec, esperto di meteorologia, e proprio lui ha capito che nel nel nostro modello c’era qualcosa di nuovo e qualitativamente elevato, per il fatto che lavoravamo in 3D anzichè in 2D, quindi abbiamo trovato subito un ottimo feeling. Ho conosciuto quinti questa classe e questo circuito che sono spettacolari, non ci sono parole per descriverlo.”
Come si svolge il tuo lavoro?
“Mi sento imbarazzato a volte di fronte a questi mostri sacri della vela. Innanzitutto si dorme poco, la notte arrivano i dati dalla N.O.A.A. (National Oceanic Atmospheric Administration) ancora grezzi da elaborare, escono alle 3.30 UTC e quindi alle cinque del mattino mi devo svegliare per vedere che i dati vengano scaricati senza problemi di connessione. Una volta scaricati, i dati vengono elaborati con dei server che le trasformano in previsioni meteo, a questo punto preparo il meteo da inviare ai ragazzi del team e intorno alle nove facciamo il briefing meteo. A volte mi sento entusiasta, a volte imbarazzato, malgrado la mia decennale esperienza, perchè qui sono veramente dei mostri sacri che posso toccare con mano.”
Non è tutta opera delle macchine, bisogna avere esperienza e capacità?
“Le macchine danno numeri, questi numeri sono in un contesto generale di una situazione sinottica di ampio raggio, qui c’entra l’esperienza, sono 47 anni che pratico questo hobby che poi si è trasformato in lavoro, perchè volando in aliante, la differenza è che a vela uno si mette alla cappa, in aliante se sbagli rischi la vita. Ho fatto da subito questa scelta di studiare la meteorologia, l’interpretazione è fondamentale perchè i numeri sono numeri e devono essere inquadrati in contesto generale.”
Per le regate di Scarlino che tipo di approccio avete avuto?
“Per Scarlino abbiamo elaborato un modello al altissima risoluzione, siamo ad un 1.3 km, un punto meteo previsto in questo campo di regata, in modo da avere una risposta dal modello sulle condizioni del vento in quel punto, intensità e direzione che ad un 1.3 km può essere differente, teoricamente sono modelli molto precisi che vanno interpretati e studiati, l’esperienza poi fa sempre la differenza.”
I cambiamenti climatici sono un argomento molto delicato, cosa ne pensi dall’alto della tua esperienza?
“Non vorrei essere pessimista, non so bene se in questo c’entra l’attività entropica dell’uomo, perchè di riscaldamento e di raffreddamento ne abbiamo avuti anche in ere dove l’uomo non bruciava così tanto ossigeno. Posso dirti che ho degli amici che volano a vela sulle Ande, mi raccontano che venti-trent’anni fa, sopratutto a quelle altitudini di circa 5.000 metri le temperature erano estremamente più basse, si parla di 5-6 gradi, io sono rimasto sconvolto da questa notizia. Cè qualcosa che sta cambiando, posso dire che in un lasso di tempo di quindici anni ho interrotto la mia attività di volo. Appena ho ripreso, ho notato che nell’atmosfera c’è un’energia diversa, una sensazione che ho avvertito subito, più energia secondo me significa calore, dobbiamo riflettere su questo.”