Francesco “Checco” Bruni è tornato nel circuito TP52 nel ruolo di tattico a bordo della barca brasiliana di Phoenix dell’armatore Eduardo de Souza Ramos. Un velista che ha regatato alle olimpiadi in ogni classe, dal laser al 49ers alla star, passando per i monotipi, l’altura e l’America’s Cup, nella vecchia e nuova formula, dove sarebbe diventato il timoniere nella prossima sfida di Luna Rossa, chiusa anticipatamente dal patron Bertelli per i motivi che tutti già conoscono.
Francesco, torni in questa classe con una flotta completamente rinnovata e una nuova box rule, quali le sensazioni che hai avuto e il tuo parere su questo rinnovamento?
Sono veramente felice di esser tornato in questo circuito che è il riferimento mondiale della vela su monoscafo. E’ evidente che le barche vanno più veloci, è evidente che la flotta è sempre più di altissimo livello, il mondo dei monoscafi vede il TP52 come un modello da seguire e dove possibile imitare, un vero punto di arrivo per il mondo della vela. Questo è stato un grande lavoro da parte degli armatori storici, da parte della classe del suo manager e del gruppo che segue le 52SUPER SERIES, che hanno creduto in questo progetto. La classe è una classe solida, belle barche, equipaggi stellari, la doppia classifica per gli armatori timonieri, un traguardo importante per quegli armatori che vivono questa classe con grande passione. Le barche vanno molto meglio di prima, ovviamente.
Hai notato differenza tra i progetti firmati Vrolijk e Botin?
Devo dire che negli anni la differenza tra le due filosofie si è assottigliata, le barche di Vrolijk erano sicuramente più agili di poppa e un pò meno di bolina, c’è comunque sempre questa sottile differenza, sicuramente anche le condizioni meteo possono cambiare le prestazioni di una barca di questo livello. Oggi le barche vengono anche concepite per le condizioni dei campi di regata in calendario, il livello è altissimo ed ogni team ha le sue esigenze, proprio come nella formula uno.
Per quanto riguarda la riduzione dell’equipaggio, hai notato delle differenze?
Io personalmente credo che si potrebbe ridurre ancora di una due unità a bordo, un mio modo di vedere ovviamente, ti farebbe perdere credo solo l’1% di perfomances, però bisogna vedere se si vogliono tagliare dei costi o nel contempo garantire anche ad un ospite o ad un armatore non timoniere di godersi questa classe e queste regate sempre molto emozionanti.
Tu a bordo sei il tattico, qual’è il ruolo nel confronto dell’equipaggio e quale quello di gestione dell’armatore-timoniere?
Ci vuole un attenzione particolare, una regia particolare, bisogna che sia chiaro chi ha il potere decisionale in quel momento, può essere il prodiere in certe fasi, il dirizzista, ma solitamente è il tattico che sovrasta tutti, con le sue chiamate. Si deve creare questa gerarchia, sopratutto per l’armatore per che deve essere cosciente che il tattico decide la gestione della regata. Anche le partenze sono una fase fondamentale delle regate, sacrificio-beneficio, una parola può definire le fasi iniziali di un regata, stare nel posto giusto ma soffrire e poi avere un beneficio oppure partire liberi non nella posizione ideale, sono attimi, metri che ti permettono di poter vincere anche la regata stessa. Non c’è una ricetta perfetta, devi leggere la situazione.
Una bella costanza con Phoenix, peccato per quel 12 senza il quale sareste secondi nella classifica generale, come vedi i prossimi giorni di regata?
La serie è molto lunga, certo quella brutta parentesi non ci voleva, abbiamo fatto una serie di piccoli errori, non ne abbiamo fatto uno grosso, non ci sono state rotture o un angolo sbagliato, la barca non andava particolarmente bene. Questo dimostra che non devi fare neppure un piccolo errore, ultimi a pochi metri dalle due barche che ci precedevano la dice tutta. Oggi c’è una mini-costiera, io preferisco le lunghe pesanti, ma del resto qui a Palma il programma prevede questo e va bene così, siamo pronti per una nuova giornata in mare, ci piace un sacco questo sport e questa classe.